La Vigna del nespolo è un progetto di Luisa Bortolomiol in cui si esprimono passioni del cuore, convinzioni personali profonde e lo spirito di una tradizione da non perdere: quella iniziata dal padre Giuliano nel lontano 1946. A quella tradizione Luisa non può sottrarsi ma la vuole proseguire con una visione nuova legata al futuro del territorio e delle colline. Una visione che ha come principio il rispetto dell’ambiente, per una viticultura che torni ai ritmi naturali, che sia senza pesticidi, senza fertilizzanti chimici e che restituisca all’uva i sapori genuini della terra senza contaminazioni. Una strada difficile senza risultati sicuri e gravata da attenzioni agronomiche ed amministrative determinanti per perseguire e mantenere la certificazione in biologico delle uve e del vino.
IL VINO
La Vigna del Nespolo è un Prosecco Docg Biologico in purezza, le sue uve provengono da un'unica vigna. La produzione rientra ampiamente nei limiti imposti dal Disciplinare e viene calibrata in base al tipo di annata ed alle caratteristiche qualitative che la stessa impone, privilegiando i grappoli migliori che possano garantire un quadro organolettico emozionale. La vendemmia è fatta a mano ed è rimasta una festa per amici e parenti.
La vigna Del Nespolo è un vino certificato Vegano. Nella vinificazione e spumantizzazione infatti non è utilizzato nessun prodotto di origine animale e quindi è adatto a chi segue un’alimentazione vegana e vuole godersi il piacere di un calice di spumante senza trasgredire le regole.
Unico nel suo genere, questo vino raccoglie i profumi primari e l'aromaticità fresca della primavera e la speziatura balsamica delle erbette di campo. Le sensazioni nel bicchiere ricordano i sentori tipici del vitigno Glera:
fiori di acacia, frutta come la mela golden e la pesca da vigna, mentre in bocca esprime sensazioni eleganti unite ad una spiccata mineralità.
Carattere deciso e al tempo stesso delicato, mantiene una freschezza acidica invidiabile.
Il nome DEL VINO "Vigna del Nespolo" deriva dal nome stesso del vigneto che nel dialetto locale è chiamato "Nespoler", per le numerose piante di nespole che si trovavano nei dintorni.
La produzione è limitata.
Da vendemmia 2016 prodotte solo 2000,00 bottiglie.
Da vendemmia 2017 prodotte 7.000 bottiglie di cui 3.500 bottiglie di Valdobbiadene Docg biologico Extradry e 3.500 Valdobbiadene Docg biologico Brut.
Nell'antichità ogni dimora di campagna aveva almeno un nespolo in cortile, perché si credeva che tenesse lontane le streghe e la sfortuna. I contadini si servivano della pianta anche per scandire il passare delle stagioni, perché il nespolo era il primo a fiorire e l'ultimo a maturare i suoi frutti, e una buona fioritura veniva considerata come premonitrice di un ricco e abbondante raccolto. Le nespole sono tondeggianti, di colore bruno-ruggine, ed hanno un sapore fortemente acido. Queste "trottole" non sono subito mangiabili, ma diventano commestibili solamente dopo un certo periodo, quando la polpa aspra, ricca di tannino, diventa bruna, molle e zuccherina. La maturazione deve avvenire in un luogo asciutto, secondo la tradizione sulla paglia, lontano da frutti che emanino sostanze come l’etilene prodotto dalle mele.
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